Una sentenza del Consiglio di Stato, la n. 6513/2024, pubblicata il 16 dicembre, pone un “punto definitivo” sulla questione delle concessioni balneari, riguardante il contestato Decreto infrazioni. Con questa decisione, il Consiglio stabilisce che “le estensioni delle concessioni balneari fino al 2033, rilasciate dopo la pubblicazione dell’atto sull’albo pretorio, non sono valide”.
Palazzo Spada ha quindi preso una posizione chiara su un tema molto dibattuto: l’estensione di 15 anni introdotta dalla legge 145/2018, nota come “legge Centinaio”. Questa norma era stata annullata dal Consiglio di Stato in una sentenza del novembre 2021, ritenendo che il rinnovo fino al 2033 fosse equiparabile a una proroga automatica, contraria alla direttiva europea Bolkestein, che richiede bandi pubblici per le concessioni balneari.
Nonostante ciò, alcuni tribunali amministrativi (Tar) avevano successivamente dichiarato valide le estensioni fino al 2033 nei Comuni che avevano pubblicato l’atto sull’albo pretorio. Tuttavia, il Consiglio di Stato ha chiarito che anche questa modalità non soddisfa i criteri imposti dalla Bolkestein, poiché la semplice pubblicazione non costituisce un bando con procedura comparativa tra domande concorrenti.
Come spiegato in una nota su Mondo Balneare, al momento dell’approvazione dell’estensione, alcuni Comuni avevano attuato la procedura in maniera automatica, mentre altri avevano scelto di pubblicare l’atto, spesso su richiesta del concessionario, con la speranza di garantire una maggiore conformità alla direttiva. Si pensava che questa seconda modalità potesse facilitare la presentazione di domande concorrenti, avviando così una procedura comparativa qualora fossero arrivate richieste, altrimenti si sarebbe proceduto con il rinnovo diretto.
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