CONTRATTO PART TIME PER LA MOGLIE LAUREATA: ESCLUSO IL MANTENIMENTO

Pubblicato il 13 aprile 2024 alle ore 12:00

E’ stato escluso il diritto al mantenimento di una donna che nonostante laureata e nonostante i figli fossero diventati maggiorenni, continuava a mantenere un lavoro part-time con stipendio ridotto anziché optare per il full time.

Per i Giudici in secondo grado: “se vi è stato uno squilibrio fra le posizioni economiche dei due coniugi, questo è venuto meno da quando la donna ha ottenuto l'assegnazione della casa familiare come genitore collocatario della prole e l'uomo ha dovuto prendere in locazione un immobile ad uso abitativo” e, in ogni caso, “ella ha ormai la possibilità, stante l'età dei figli, di incrementare con orario pieno il proprio stipendio e di poter cogliere occasioni di avanzamento o conversione professionale destinate a migliorare il suo reddito, mettendo a frutto la laurea conseguita in costanza di matrimonio”.

Quanto sopra sul presupposto che l’assegno di mantenimento “non può porre a carico dell'altro coniuge le conseguenze della mancata conservazione dello stile di vita matrimoniale quando emerga che, pur potendo, non si è doverosamente adoperato per reperire o migliorare un'occupazione lavorativa retribuita confacente alle sue attitudini e alle sue capacità”.

Inutile poi il ricorso della donna alla Corte di Cassazione che confermava, sul punto, la sentenza della Corte territoriale.

Anche i Giudici della Suprema Corte avevano rilevato che la responsabilità delle condizioni della donna riposasse solo sulla stessa, che non aveva fatto nulla per migliorare la propria situazione professionale e economica e per mantenere il tenore di vita avuto durante il matrimonio.

Gli ermellini sottolineavano che il coniuge che richiede l'assegno di mantenimento deve dimostrare che la sua situazione di inferiorità patrimoniale non è ad esso imputabile escludendo che questi, pur avendone la possibilità, sia rimasto inerte, non attivandosi per migliorare la propria occupazione lavorativa con conseguente aumento della retribuzione: “la donna si trova proprio in queste condizioni di colpa, perché si avvale ancora di un orario lavorativo parziale e con stipendio ridotto, pur avendo conseguito una laurea nel 2012 e malgrado i figli siano oramai divenuti maggiorenni, e già durante il matrimonio non si è maggiormente proiettata nella realtà lavorativa”.                                                                                                               Avv. Lucia Varliero